Cuori scaduti (0)

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«È una zona ad alto rischio sismico,
il mio cuore», dicesti una sera a cena,
quando le cose cominciarono
a farsi serie.

Restiamo giovani insieme
per qualche notte ancora,
prima che un terremoto ci separi.»

Questo libro ha lievitato come l'impasto di una pizza preparata con amore da una madre in attesa del ritorno dei figli dalla gita fuori porta, e adesso è pronto per essere assaggiato.
Perché questo titolo? Il cuore non scade, in effetti, ma la linea temporale che attraversa l’esistenza umana – complice la somma degli eventi che la scandiscono – tende senz’altro a comprometterlo, a sfaldarlo. E così può accadere che si spacchi in due, stroncato dalla sua stessa forza. Averci creduto troppo e non averci creduto affatto divengono affluenti della stessa fonte d’acqua avvelenata, per un cuore deluso.
Qual è il destino di un cuore stanco? Diventare sempre più impenetrabile o ammorbidirsi di nuovo, prima o poi? Ho provato a fare di questa domanda l’elemento fondante dei componimenti di questa silloge. Chissà se le mie risposte somigliano alle tue.

Dall'introduzione di Ada Nocita:
«Percorriamo parola dopo parola questo libro, facciamoci travolgere dalle emozioni perché, qualche volta, si ha solo bisogno di emozioni forti, di parole che arrivino direttamente al cuore e alla pancia, come un pugno inaspettato, come una bella scossa che risveglia tutti i sensi.Le sue parole sono una cura per l’anima, perché dopo averla scossa, la accarezzano. Affondiamo i denti nella speranza, nei ricordi, nell’attesa di un ritorno, in un gesto o semplicemente in un sogno. Ascoltiamo di notte, in silenzio, il frastuono dei nostri cuori inquieti; non chiediamogli riposo, perché il silenzio cura solo ciò che si è già spento.»

Ai cuori squarciati a metà.