Fisica delle separazioni in otto movimenti (0)

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Il protagonista, seguendo correnti sotterranee con grande disincanto e ironia, ci racconta la fine di una relazione. Ma nel balletto di ogni separazione è difficile capire chi lascia e chi è lasciato, perché le cose sono sempre più complicate di quello che sembra: un legame rovente si trasforma in siderale indifferenza, i corpi non si parlano più, l’invincibile e spavalda complicità di prima diventa un reciproco rancore. Nel bisogno di stare vicini, dovuto certo all’abitudine, si annida la nostalgia del tempo felice della relazione; la passione, ghiotta di parole, lascia il passo a scarne frasette comunicate con un messaggio sul telefono. Come un’opera musicale, Domani andrà meglio percorre diverse tonalità, dall’allegro al grave, e le precise circostanze della preparazione allo strappo, l’apice della pienezza e l’ineluttabilità del suo disgregarsi. Però, ci dice, forse domani andrà meglio.