Attraverso una carrellata di personaggi "tutti veri e tutti finti" Mario Caccavale delinea un personale itinerario per arrivare alla conclusione che "tutti siamo divinità o guitti perversi [...]. A ciascuno di noi può capitare, un giorno, di scoprirsi estraneo a se stesso, alla propria vita". Così accade, infatti, ad Andrea, protagonista del racconto "La dea in tv", che per risollevare le sorti dell'azienda di famiglia è costretto a inscenare il rapimento della moglie, oppure ad Asmodeo, "politico di razza" e protagonista del racconto "L'Istrione" che consente all'autore di discutere di politca, potere e stampa, o ancora al pensatore Arthur Lewis, protagonista di "Un filosofo a New York", che riflette sul denaro nella società moderna.
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