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Montale. L'arte è la forma di vita di chi propriamente non vive (0)

Elio Gioanola

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Montale, Eugenio

Editore: Jaca Book

Anno: 2011

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 388 Pagine

Isbn 13: 9788816411043

Questo non è un libro per specialisti, ma per i tanti appassionati della figura e dell'opera del massimo poeta del Novecento. Per questo presenta una sintesi totalizzante, che getta uno sguardo complessivo e unificante sui problemi biografico-espressivi montaliani. In genere la critica diffida altamente delle congiunzioni vita-opera, che invece sono la ragione stessa di questo lavoro, nella convinzione che il vissuto di un autore, cioè quanto del semplice accadere biografico è entrato nell'immaginario e nel fantasmatico, è determinante per cogliere le radici da cui si è nutrita l'opera. Il libro si apre con l'incontro dei due personaggi-simbolo del romanzo e della poesia italiana del secolo scorso, Svevo e Montale, il commerciante di vernici triestino che aveva scritto qualche capolavoro del tutto ignorato e il giovane aspirante poeta che ne aveva intuito la grandezza e per conto suo aveva già scritto la raccolta poetica destinata col tempo a diventare leggendaria, "Ossi di seppia". Entrambi erano artisti "involontati", obbedienti solo a un demone che li spingeva irresistibilmente all'espressione. Entrambi rappresentavano a loro modo il profondo disagio dell'artista nella modernità novecentesca, che trae la necessità dell'opera dal "male di vivere". I primi capitoli esplorano la formazione degli stampi immaginativi del poeta proprio a partire dalla difficoltà di affidarsi all'esistenza, fino all'edizione della prima raccolta.

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