Tre storici allo sbando e uno sbirro in disarmo: tornano gli stralunati
protagonisti di "Io sono il Tenebroso" e "Chi è morto alzi la mano".
Mentre è in appostamento su una panchina Louis Kehlweiler, detto il
Tedesco, trova per terra un frammento di osso umano. Una traccia perduta
dentro la città . All'apparenza ormai definitivamente. Eppure Kehlweiler
la segue, con i suoi due aiutanti, Marc e Mathias. La segue con
ostinazione e ossessione fino ad arrivare in un piccolo villaggio della
Bretagna. Qui trova un collezionista di macchine per scrivere, fanatico
di qualsiasi meccanismo ben oliato, un sindaco pavido e untuoso che non
vuole problemi, un losco individuo ferocemente razzista, pronto a tutto
pur di diventare sindaco lui. Con la pazienza e la fredda ferocia
dell'indagatore, Kehlweiler toglie la maschera a tutti e ricostruisce la
storia, le sue follie, le sue mostruosità . Inseguendo le tracce. Come
chi scrive. Pubblicato per la prima volta in Francia nel 1996, il
romanzo si distingue per il linguaggio terso, lo stile ironico e
incisivo, la capacità di prendere per mano il lettore fino alla
rivelazione finale, e l'accuratezza nei dettagli più sorprendenti, che
deriva all'autrice dalla passione medievalista e dalla professione di
zooarcheologa. Da qui il gusto per la detection, per le impronte, le
tracce, le piccole cose senza importanza che permettono di dedurre, per
una qualche "associazione di idee", la soluzione di un caso.