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Narrativa classica dell’orrore e storie di fantasmi
Editore: Adelphi
Anno: 2009
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 182 Pagine
Isbn 10: 8845923665
Isbn 13: 9788845923661
"A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce"
Con questa dedica si apre "L'incendiaria" di Stephen King. È infatti con toni sommessi e deliziosamente sardonici che la diciottenne Mary Katherine ci racconta della grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicità, con la bellissima sorella Constance e uno zio invalido. Non ci sarebbe nulla di strano nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il giardinaggio, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola, proprio lì in sala da pranzo. E quando in tanta armonia irrompe l'Estraneo (nella persona del cugino Charles), si snoda sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli caratteristiche formali di una commedia. Ma il malessere che ci invade via via, disorientandoci, ricorda molto da vicino i "brividi silenziosi e cumulativi" che - per usare le parole di un'ammiratrice, Dorothy Parker, abbiamo provato leggendo "La lotteria".
Perché anche in queste pagine Shirley Jackson si dimostra somma maestra del Male - un Male tanto più allarmante in quanto non circoscritto ai 'cattivi', ma come sotteso alla vita stessa, e riscattato solo da piccoli miracoli di follia.
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Recensioni
Lollo98 ( spedizioni dal 07/12 )
Adoro Shirley Jackson come scrittrice. Riesce a farti venire i brividi anche non essendo brutale nei suoi libri dell'orrore. Questo volume è più un thriller psicologico in confronto a Hill House, però è sempre difficile riuscire a distinguere quale sia il confine tra la realtà e l'illusione. Si legge tutto d'un fiato ed è davvero difficile avere la forza di interrompere la lettura! Sono pochi i libri horror che valgono la pena di essere letti, quelli della Shirley Jackson andrebbero letti tutti!
Stefi
Emarginazione, suspence, famiglia, quanti temi che arricchiscono una trama superbamente scritta dalla Jackson. Personalmente sono rimasta molto delusa dal finale ma mi aspettavo qualcosa di davvero eclatante, non so per quale motivo. Ad ogni modo è stata un'ottima lettura.
🌙Brotchen33🔮
Lettura davvero piacevole..semplice e scorrevole ma affascinante, ha un'atmosfera gotica e personaggi particolari, l'ho amato🖤
federicau
Non sono riuscita a provare simpatia per la protagonista-narratrice. Qualsiasi cosa trapeli dagli occhi di Mary Katherine è filtrato dalla sua visione e persino i momenti in cui si suppone che il lettore debba provare antipatia per un personaggio, o ansia per le sue intenzioni, non ci riesce appieno, proprio perché viene da chiedersi “non è che Mary Katherine sta esagerando?”
Ho trovato il libro piuttosto noioso, tranne l'ultima parte; non perché fosse esaltante: semplicemente perché dava l'impressione di poterlo essere, quando invece si è conclusa in un nulla di fatto. Questo senso di angoscia e timore non l'ho trovato da nessuna parte. Lettura parecchio deludente e anche piuttosto snervante, considerando tutto ciò che non ha spiegato, e cioè [SPOILER]
MARIA CATERINA
Come i veri capolavori, come i veri artisti, non lo sai incasellare. Non si sa definire quest'opera: un romanzo? Un racconto? Un giallo? un romanzo gotico? E' follia o coraggio la vita delle due sorelle? Perchè se il mondo fuori dal castello è quello che viene descritto, molto meglio chiudersi dentro, elevare alte barricate e pensare solo all'orto. Devo dire che la simpatia, se non fosse per il delitto che è l'antefatto della storia, andrebbe solo alle due sorelle.
ladonnamancina
Ho adorato questo libro.. La scrittura, la vicenda che la protagonista - narratrice tutt'altro che imparziale - narra in prima persona, gli elementi fiabeschi e nerissimi che si intrecciano e, ça va sans dire, la narratrice stessa. L'incipit, poi.. "Mi chiamo Mary Katherine Blackwood. Ho diciott'anni e abito con mia sorella Constance. Ho sempre pensato che con un pizzico di fortuna potevo nascere lupo mannaro, perché ho il medio e l'anulare della stessa lunghezza, ma mi sono dovuta accontentare. Detesto lavarmi, e i cani, e il rumore. Le mie passioni sono mia sorella Constance, Riccardo Cuor di Leone e l'Amanita phalloides, il fungo mortale. Gli altri membri della famiglia sono tutti morti."
Ester Carta
"A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce" (S.King). Mai frase fu più adatta soprattutto dopo aver letto questa storia, dove nulla di eclatante accade, nessuna descrizione o fatto è violentemente esposto ma dove un profondo senso di angoscia ee inquietudine è sottointeso, appena percepibile, talvolta impalpabile ma in ogni modo presente in ogni frase, in ogni pagina.
Fre Quattrocchi
Ho trovato la narrazione molto lenta e noiosa. Dal mio punto di vista manca anche la storia: quello raccontato è come se fosse un prologo a qualcosa, come se molte parti fossero state eliminate. Al contrario di me, Federico lo ha trovato un bellissimo romanzo, quindi per un confronto ecco il link alla recensione: https://www.paroladiquattrocchi.com/abbiamo-sempre-vissuto-nel-castello-libro-vs-pellicola/
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