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L'epopea di Gilgames (7)

N.K. Sandars

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Religione e mitologia celtica

Editore: Adelphi

Anno: 1986

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 176 Pagine

Isbn 10: 8845902110

Isbn 13: 9788845902116

Con Gilgames, almeno millecinquecento anni prima di Omero, si manifesta la figura dell’eroe nella letteratura, una volta per sempre. Campeggiante fra cielo e terra, confitto in una macchina cosmica che appunto in Mesopotamia venne perfezionata, è il primo personaggio, la prima voce di singolo che ci parla. Per due terzi divino, per un terzo umano, Gilgame? re di Uruk vuole ciò che vorranno tutti gli eroi: vincere il mostro. Ma l’eroe evoca naturalmente un doppio, un rivale che diventerà  il compagno per eccellenza: e allora appare Enkidu, l’uomo che lascia la vita selvaggia per seguire l’eroe e trovare la morte. I mostri che i due amici avevano ucciso insieme non erano dunque i soli, né i più forti. Dietro di essi, si propone un’altra sfida: la morte. Così Gilgame? affronta, ormai solo, l’impresa di là  da ogni impresa: la conquista dell’immortalità . Tutti gli episodi di questa epopea – i viaggi, gli scontri, le seduzioni, gli inni, i lamenti – rimangono come modello per ogni letteratura. Ogni volta che qualcosa di simile ci viene raccontato, sentiamo dall’oscurità  la voce della storia di Gilgame?, il «re che conosceva i paesi del mondo». E ricordiamo: «Egli era saggio: vide misteri e conobbe cose segrete: un racconto ci portò dei giorni prima del diluvio. Fece un lungo viaggio, fu esausto, consunto dalla fatica; quando ritornò, su una pietra l’intera storia incise».

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