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Editore: Bur
Anno: 2015
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 488 Pagine
Isbn 10: 881707697X
Isbn 13: 9788817076975
"Via dalla pazza folla" narra le appassionanti vicende di Gabriel Oak, un giovane la cui vita viene sconvolta dall'inatteso arrivo dell'affascinante Bathsheba, bellezza orgogliosa e nullatenente di cui s'innamora. Quando le chiede di sposarlo lei lo rifiuta, ma i loro destini tornano a incrociarsi: mentre lei eredita una fattoria dallo zio, lui perde tutti i suoi averi in una notte di tempesta. Si ritrova cosi costretto a lavorare per Bathsheba e a contendersi le sue attenzioni con altri due uomini. Se un romanzo può essere completamente intriso d'amore, ebbene questo lo è. Un amore per tutto, e non solo per le cose vive: per le melodie polifoniche del vento e per il linguaggio delle stelle, per le piante e per i colori, per il tempo che passa da un sorriso a una minaccia, per la fragilità della vita o per l'incanto di un gioco di luci. E, soprattutto, per la misteriosa algebra dei sentimenti umani. In questo scenario in cui tutto ha un'anima, o sembra proprio averla, si muovono i personaggi di un ambiente rurale, quello tanto amato da Hardy; e ci accorgiamo che proprio in quell'ambiente è forse possibile scoprire meglio il vero funzionamento, quello più riposto, della condizione umana. Perché è nella natura, dentro la natura e, appunto, via dalla pazza folla, che l'essere umano riesce a mettere a nudo la sua vera anima. I personaggi possono essere contadini o mercanti, ricchi agricoltori o servette, ubriaconi o bigotti, donnine impaurite o tipacci arroganti, amanti folli o fedeli innamorati, ma fra tutti emerge maestosa l'eroina del romanzo: donna sensibile, bella, intelligente, ma pur sempre donna, con tutte le contraddizioni della sua gelosia e dei suoi pudori, della vanità e dei capricci, degli scrupoli, della passione, e quindi infine del suo amore: è una donna di cui non si può fare a meno di innamorarsi candidamente, per non dimenticarla mai più.
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Recensioni
Stefi
Ho amato infinitamente questo grande classico, forse perché ci ritrovo molto di me stessa persino in questo titolo così ribelle. Hardy scava a fondo nei suoi personaggi, non dimenticando mai di sottolineare quanto siano legati alla terra, alla natura, ai luoghi. La sua scrittura sofisticata delizia il lettore e la storia d'amore tra Gabriel e Bathsheba è sapientemente costruita per far impazzire noi inguaribili romantici. Indimenticabile.
Letturesullaluna
Hardy, il maestro del “mai ‘na gioia” , fa giri immensi su una storia dal finale annunciato… 😕 MEH.
ElyAurora
"Dato che l'amore è un usurario straordinariamente esigente" E' il secondo romanzo che leggo di Hardy e questo, seppur più lento e un po' prolisso, con l'aggiunta di un po' ironia e della magistrale scrittura dell'autore, l'ho trovato gradevole. I personaggi ben caratterizzati, tanto bene a tal punto da provare avversione per tutti tranne che per Oak, unico personaggio con un pò di sale in zucca. Non so se mi abbiano infastidito più Bolwood o Bathsheba. Il primo di un insistenza al limite del ridicolo e la seconda di una superficialità e stupidità altrettanto forte. Le descrizioni dei paesaggi di Hardy sono davvero evocative (anche se in alcuni momenti li ho trovati eccessivi). 360 pagine si sentono e l'ultima parte che sarebbe dovuta essere maggiormente veloce e vivace si conclude a fatica (almeno per me). Gli ho dato 3 stelle (tirate) perché non mi sento di dargli due stelle, apprezzo molto questo autore e voglio continuare a leggere i suoi romanzi. Se lo scegliete come prima lettura di Hardy ve lo sconsiglio, punterei su qualcosa di più breve come "Sotto gli alberi".
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